comunicato stampa sulla mostra di 'Serena Piccinini e Martina Roberts' presso l'Ina Assitalia, Bologna - 19/12/2009

Serena Piccinini: 'Toc toc? Avanti sensibilità, piacere poesia!' Le creature di Serena Piccinini sono presenze vestite di bianco, anime scevre da aloni, sfiorano la metafisica, sposano l’esperienza sensibile. Camminare, saltare per poi volare: questa la sostanza delle creazioni che l’artista fa ruotare senza arresto attorno al suo fare. Serena Piccinini traspone le sensazioni in opere ludiche, crocevia tra lo spirito giocoso e il fantastico, tra il sogno e l’immaginazione, le sue opere sono dirette discendenti del mondo delle idee. L’artista ricerca continuamente l’essenza delle presenze, rimuove le ombre, traveste il vento di carta, intreccia la juta, anima il movimento, trasforma ambienti sterili di presenze singolari. Sottrae l’idea di peso, parla di leggerezza, leggerezza in quanto madre del bianco e sorella della trasparenza. Il concetto di bianco è corrispondenza di quel “luogo-non luogo” dal quale attingere vita. E’ sospensione, nitida psichedelia, fragilità surgelata. Bianco è l’eccellenza chiamata percezione, un trampolino, prerogativa dello svelare l’intangibile, arrestare l’attimo irripetibile che la trappola del tempo vuole sottrarci! Serena Piccinini predilige materiali naturali, leggeri come la carta. Inventa giochi di sospensione, l’alternanza di assenze e presenze, sfida la forza di gravità. Il fruitore resta travolto dalla vertigine di candore, dalla magia onirica e dalla puerile innocenza. Sull’orbita dell’artista convive una dimensione carica di significati reconditi, dove la somma di tutto convive armonicamente, si respira l’impossibile. I suoi ‘giochi tranello’ ci fanno sentire fanciulli, ancora in grado di fantasticare con ingenuità. Addentrarsi in questi percorsi equivale a scoprire uno spazio, a riscoprire ciò che di più puro l’uomo oggi ha perduto, poter sognare ancora con stupore!

 


Martina Roberts: Proiezioni nella stanza …. La poetica di Martina Roberts riflette sulle trasparenze delle sue creazioni. Attenta al "peso" e alla "materia" del suo fare: trasmette! Le finestre emanano luce, diffondono profumi, essenze di colori e meraviglia. I suoi balconi espongono fiori, leggeri indumenti sfiorati dal vento. Quelle finestre vedono il mondo da prospettive fatte di parole in poesia. Vetrate di palazzi di carbone sono ormai un ricordo lontano, verdi vicoli ossigenati parlano di silenzio e d’intimità, un’altra lingua! Le sue opere sono cariche di citazioni, macchie metropolitane, parlano gli indumenti stesi dai davanzali delle finestre, riflesso delle mode e dei toni del momento. Ma cosa cela una finestra? Umori e stati d’animo, gioie e malinconie, mondi ignoti che hanno una storia da raccontare, parlano delle abitudini d’identità violate dalla frenesia del quotidiano, di città in bianco e nero immortalate a colori….e ombre timide animano piccoli squarci di parete acquerellate, destando curiosità e malizia, dolcemente naif!